Nell'Appennino Tosco Emiliano l'acqua sgorga dappertutto formando sorgenti, cascate, ruscelli, laghi, torbiere.
Scende, libera o captata, bevuta o turbinata, spruzzata o imbottigliata. Baganza, Parma, Enza, Secchia, Magra, Taro, Serchio scendono dai versanti dolci o ripidi verso il Po, l'Adriatico o il Tirreno e dissetano, depurano, abbelliscono le grandi città.
E prima di farlo dissetano villaggi, abbeverano animali selvatici, greggi e mandrie, danno linfa a foreste e praterie, alimentano centrali idroelettriche, da Ligonchio a Lagastrello, da Corniglio a San Romano, a Fivizzano, a Licciana Nardi.
PRESERVARE E GESTIRE L'ACQUA, RISORSA PRIMARIA
Qui l'acqua è tutto. La sua gestione intelligente, di bene comune limitato, che è ovunque un parametro di civiltà, socialità e competitività, qui diviene obbligo assoluto. Per la salubrità dell'ambiente, per il contenimento del dissesto geologico, per la genuinità e qualità delle produzioni, per il richiamo turistico, per la riproducibilità di ogni elemento vitale.
La più ampia e profonda comprensione del valore dell'acqua e del suo legame con l'energia e la vita è una delle missioni prioritarie assunte dal Parco Nazionale. Ligonchio, a partire dalla centrale Enel, è divenuta da anni sede di un progetto pedagogico d'avanguardia, condotto con Reggio Children: il Laboratorio 'Di onda in onda' che ha già coinvolto decine di migliaia di visitatori, soprattutto giovani e giovanissimi, in una esperienza di esplorazione e sperimentazione sull'uso dell'acqua, la produzione e le forme applicative dell'energia, il suo consumo, i processi che consentono la sostenibilità.
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