Sviluppare un'idea - progetto per le aree interne dell'Appennino Emiliano

Il Parco Nazionale e Legambiente Emilia Romagna presentano il Documento di Ligonchio, un testo nato dalla riflessione svolta in occasione dell'incontro 'Piccola Grande Italia' il 1 giugno. Il documento stesso vuole essere la piattaforma per un progetto di sviluppare delle aree interne di tutto il Paese

Le aree interne rappresentano circa il 50% del territorio del paese e sono abitate da circa il 10% dei cittadini. Di esse non esiste una definizione esaustiva, ma si può fare riferimento alla densità abitativa, all'accessibilità del territorio e alla distanza da concentrazioni urbane e dai principali servizi. Partecipano alla produzione del PIL in modo poco rilevante, ma detengono la maggior parte delle risorse naturali e una quota importante delle risorse culturali. Le aree interne hanno conservato i loro patrimoni naturali, paesaggistici, di produzioni tipiche e culturali in modo molto efficiente ed hanno grandi potenzialità di sviluppo, soprattutto se confrontate con le rimanenti aree del paese, dove ottenere ulteriori miglioramenti è sicuramente più difficile e richiede maggiori investimenti. Investire sulle aree interne conviene, non solo in senso economico. Al contrario la mancanza di attenzione, diventa rischio e danno per tutto il resto del paese a cominciare degli effetti sul disseto idrogeologico che si manifestano anche a valle.

I settori d'investimento più promettenti vengono individuati nell'agricoltura, nel turismo e nel settore del risparmio e produzione energetica con fonti rinnovabili. L'agricoltura viene anche individuata quale strumento per la difesa attiva del territorio e per il mantenimento dei paesaggi alimentari. L'agricoltura di montagna così come la gestione sostenibile delle foreste sono attività ad alto tasso di manodopera e dunque in grado di migliorare la situazione occupazionale. L'agricoltura di montagna è più difficile e con minori rese e deve essere valorizzata partendo dalle caratteristiche di qualità e naturalità intrinseche delle sue produzioni. Per far questo va inserita in percorsi e filiere di valorizzazione turistiche culturali e gastronomiche. Inoltre la presenza di sole, vento, acqua e biomasse sono elementi centrali per realizzare imprese agricole multifunzionali, in grado anche di produrre e vendere energia.

Presupposto indispensabile alla realizzazione delle attività di cui sopra è il miglioramento delle infrastrutture per la comunicazione (banda larga), e la garanzia dei servizi essenziali (scuola, assistenza socio sanitaria, sportelli comunali ecc.).

La cooperazione ed in genere i modelli collaborativi sono particolarmente importanti per una dinamica di qualità sociale e di crescita di queste aree ove - in genere - la grande impresa e la "grande politica" appaiono lontane e dove la micro dimensione dei circuiti economici e sociali suggerisce multifunzionalità, integrazione, identità, sussidiarietà. I modelli collaborativi tra singole persone, tra imprese, tra istituzioni del medesimo o diverso livello, nonchè tra istituzioni e privati operatori, vengono individuati come fondamentali cui fare ricorso o da attivare, anche per supplire - come risorse immateriali - alla inevitabile riduzione della disponibilità di finanziamenti erariali che hanno svolto direttamente - fino a poco tempo fa - una funzione di volano di economie locali dei servizi, in particolare nelle zone di montagna.

Nell'area montana di Reggio Emilia sono state realizzate iniziative di cooperazione di successo: le imprese cooperative (cooperative paese) hanno svolto attività imprenditoriali e hanno surrogato la carenza dei servizi pubblici nei micro centri. Il tratto distintivo e di successo è la polifunzionalità dei servizi e delle attività.
E' necessario snellire le procedure burocratiche avendo presente che la montagna dei piccoli centri e delle piccole comunità, non è la stessa delle grandi città.

Le aree protette in questo quadro possono essere catalizzatore di progetti, energie e risorse come ha dimostrato l'esperienza del progetto APE - Appennino Parco d'Europa nell'area tosco-ligure-emiliana. Devono essere anche elemento di promozione e di veicolazione delle qualità dei propri territori.
Nelle aree interne si trovano prevalentemente piccoli comuni, da alcuni anni alle prese con pesanti difficoltà di bilancio e che ora devono affrontare i riordini amministrativi previsti dalla legislazione in essere. Il riordino amministrativo (unioni e fusioni) deve procedere di pari passo con il progettodi sviluppo dell'area che deve nascere dai territori. Ogni territorio delle aree interne italiane ha caratteristiche diverse e dunque deve essere progettato appositamente in base alle specifiche vocazioni. Non si può posporre il progetto di sviluppo al riordino amministrativo. Il progetto deve nascere dal basso e non può essere vincolato da normative troppo rigide. E' necessario impostare strategie di medio lungo termine.
E' necessario introdurre innovazione in tutti i settori.
Decisive sono anzitutto le risorse umane: la loro presenza, la loro qualità, la loro motivazione, il loro orientamento culturale e professionale, la convinzione e la disponibilità a intraprendere e adottare valori e stili di vita appropriati alle caratteristiche ambientali e sociali, superando passività e subalternità ai modelli urbani
Decisiva è anche una sorta di pacifica rivoluzione culturale: cioè affermare un approccio culturale opposto alle logiche tradizionali dell'assistenza o del riequilibrio, per puntare a un netto salto di paradigma, che concentri energie umane ed economiche sulle eccellenze presenti a partire dal capitale culturale e naturale pressoché intatto e dall'irripetibile identità del paesaggio, nel quale la bellezza, sempre più riconosciuta, è spesso l'espressione di vocazioni e saper fare consolidati in attività e produzioni di qualità e autentica originalità.

Non tutte le attività e le innovazioni necessarie e previste richiedono risorse finanziarie. Sarebbe opportuno però poter utilizzare al meglio i fondi derivanti dalla nuova programmazione EU 2014 - 2020. Sarebbe opportuno che i nuovi fondi fossero più adattabili alle esigenze specifiche dei territori. L'Italia è l'unico paese europeo con un territorio interno così profondamente diversificato, tale peculiarità va riconosciuta. Fondi meglio utilizzabili, meno eterodiretti, meno vincolati a procedure rigide e inapplicabili, potrebbero dare un contributo rilevante allo sviluppo delle aree interne italiane.
Si riconosce l'urgenza e l'importanza dell'agire subito. Restare ancorati a vecchi schemi non è possibile. Innovare profondamente il sistema è necessario.
I partecipanti s'impegnano a collaborare per sviluppare un'idea - progetto per le aree interne dell'Appennino emiliano che possa fungere da esperienza utile a contribuire ad una visione e una progettualità per le aree interne e per i piccoli comuni di questa regione.

Si riconosce l'urgenza e l'importanza dell'agire subito: restare ancorati a vecchi schemi non è possibile, mentre è necessario innovare profondamente il sistema; aiutaci a migliorare e integrare il documento, scrivi a: info@parcoappennino.it

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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