L'inagurazione della sede di Sassalbo chiude una fase della storia del Parco nazionale e ne apre una nuova.
( 06 Gennaio 2009 )Per la montagna reggiana non è una perdita, è una conquista: un investimento in una prospettiva più larga e in nuove alleanze territoriali. Una sede non è per un giorno, o per una stagione.
E con la sede a Sassalbo l’esperienza di Parco della nostra Comunità montana si allarga su due regioni. Molto di più di un affacciarsi oltre il Cerreto. Si radicano stabilmente sulle due regioni direttrici di sviluppo del crinale dell’Appennino. E’ un ritorno ad antiche relazioni, ma soprattutto è un guardare al futuro, ad aprire e riaprire relazioni e flussi di persone, idee, di servizi, di merci. E’ uno stimolo straordinario per gli operatori economici e gli amministratori pubblici; è un’avventura umana e culturale per i collaboratori e i dirigenti del Parco, formatisi finora, in gran parte, nei parchi regionali del versante nord. Trasferire la sede legale a Sassalbo -un borgo davvero tosco-emiliano, collocato in Toscana, ma con gli interessi dei suoi abitanti a Cerreto Laghi, cioè in Emilia, e altresì un patrimonio di immigrati in tutto il mondo- è una sfida molto impegnativa. Qualcuno dice che è una battaglia persa, in verità ci sono dei rischi, ma più forti di essi sono le potenzialità. Di enti chiusi dentro i confini reggiani del crinale ne abbiamo già diversi.
Il Parco Nazionale deve essere il veicolo di un allargamento. L’inaugurazione della sede a Sassalbo è inoltre l’occasione di una ristrutturazione funzionale di quella di Cervarezza che rimane attiva in attesa del trasferimento a Ligonchio, ove sono al via (partiranno entro pochi mesi) i lavori per la sede della comunità del Parco e dell’organo di vigilanza, il CTA. Questo passaggio è anche, naturalmente, il tempo di un primo bilancio di due anni di lavoro.
Due anni fa il Parco nazionale era un ente incompiuto, con aspettative insoddisfatte, un progetto fermo alle fondamenta. Era privo di un edificato visibile, che non fosse semplicemente il marchio, in sé di grandissimo valore, di “Parco Nazionale”.
In due anni si sono costruiti e insediati gli organi: consiglio Direttivo, direttore,comunità del Parco, con il suo ufficio di Presidenza. Si sono individuate le sedi, portate finalmente dalle città (Reggio e Lucca) sull’Appennino. Si è scelto ed elaborato un logo forte e originale e una immagine coordinata nella comunicazione. E’ on line il sito Internet ed è attiva una newsletter. E’ nelle librerie la prestigiosa Guida Verde del Touring Club che disegna una vera carta d’identità, e in questi giorni ne esce la versione inglese. Il personale di vigilanza del Parco (CTA) è stato rafforzato con cinque unità, ha finalmente un comando e una sede ora a Cervarezza. Cinque collaboratori precari hanno assicurata la stabilità del posto di lavoro a tempo indeterminato. Dunque, la struttura dell’ente sta prendendo forma.
Al tempo stesso, nonostante lo sforzo e le energie assorbite da questo primario e difficile lavoro di conduzione dell’ente, non è mancata una visibile proiezione sul territorio e oltre il territorio del Parco. Sono in campo, già attivi, progetti come il percorso cardio-protetto Bismantova, a segnalare il valore di salubrità connesso all’essere Parco; sono stati creati nuovi prodotti culturali e turistici, come Neve Natura, che da quest’anno diventa logo di una nuova offerta invernale in tutto l’Appennino emiliano. Sono state sviluppate le esperienze che intrecciano educazione ambientale e promozione turistica come i soggiorni studenteschi in Appennino, chiamati “Fare per Capire” e, più recentemente, “Castagneto-scuola”, a sottolineare le potenzialità di una nuova stagione di turismo come l’autunno d’Appennino.
Ci sono stati eventi come Controevento volti a riscoprire risorse naturali della montagna come fonti energetiche, risorse economiche per il futuro. E’ stata avviata, con il progetto Parco nel mondo, un’azione che tende a ritrasformare la grande perdita dell’emigrazione in una risorsa del territorio per l’oggi e per il domani. Sono state presentate in prestigiosi contesti nazionali, nelle fiere di Torino e di Milano, le strategie “d’area vasta”, Parchi di mare e d’Appennino tra Cinque Terre, Apuane, alleando parchi nazionali e regionali, per costruire un nuovo distretto delle qualità italiane.
E’ stata rinnovata l’impostazione dei Centri Visita, come punti di collaborazione tra pubblico e privato. Il centro Visita di Succiso ha riacceso la stagione invernale in un borgo simbolo della montagna più alta. Oggi a Succiso c’è una rivitalizzazione visibile. Sono già stati finanziati i progetti delle “Porte del Parco”, nei luoghi più panoramici di ingresso del territorio.
Sono state approvate le prime linee del piano territoriale di sviluppo. E’ in corso di attuazione il programma di Start up, centrato su quattro assi: valorizzare l’essere Parco Nazionale; offrire un’immagine unitaria del Parco; dare valore alle emergenze (es. Lunigiana, Bismantova) e a prodotti tipici, e infine promuovere le quattro stagioni. Su questa linea, si sono condotte esperienze come il concorso per i ristoranti per il menu a km zero, e l’associazione tra Parco e prodotti tipici, svolta nei centri commerciali delle città di Parma, Reggio, Massa e Lucca. Sta per partire la promo-commercializzazione del Parmigiano Reggiano delle latterie del Parco destinata all’area di Chicago. E’ già stato consegnato il progetto di massima di un atelier dell’acqua e dell’energia elaborato da Reggio Children che potrà cambiare davvero la storia di Ligonchio.
Infine, poiché non ci sono stati con i paventati conflitti con i proprietari del territorio, due nuovi Comuni (Monchio delle Corti e Bagnone) hanno chiesto di entrare nel Parco. Questo è un elenco di fatti, sono tanti, molti indispensabili, altri di indiscutibile valore positivo. Due anni fa, di tutto quanto qui riassunto, non c’era nulla. Si potrà apprezzare oppure no, ma la strada percorsa è davvero tanta: per lasciare un’impronta viva e soprattutto per stimolare altre aspettative,altre energia, altre persone.
Fausto Giovanelli