Emergenza incendi: rischi e azioni nel Parco nazionale Appennino tosco-emiliano

( Sassalbo, 14 Gennaio 2025 )

Nel terribile incendio di Los Angeles sono 15.000 gli ettari bruciati, ma soprattutto è emersa una pericolosità e una forza delle fiamme che neppure i grandi mezzi di uno degli Stati più ricchi e avanzati del mondo riesce a fronteggiare. Anche in Italia il rischio incendi è in aumento nel 2024 nei quattro mesi estivi sono andati a fuoco ben 8.890 ettari. 

“Quanto accade in California e più in generale al cambiamento climatico ci mette di fronte a più alti rischi e quindi a nuove responsabilità” afferma Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano la cui superficie forestale, di 19.000 ettari, è quasi paragonabile a quanto andato in fiamme a Los Angeles.  

“Le aree protette sono fortemente esposte - continue il presidente - “anche perché in gran parte coperte da boschi che non producono solo ossigeno, ma svolgono tanti servizi ecosistemici tra i quali quello di stoccare carbonio atmosferico a contrasto del cambiamento climatico. Se, però, rinunciamo ad agire in prevenzione corriamo il rischio di rimettere in atmosfera quantità immesse di carbonio sotto forma di anidride carbonica. Da qui la necessità di intervenire con un nuovo approccio e, per i Parchi, di agire ed essere di esempio per la buona gestione forestale dentro e fuori il loro perimetro”.

Sul fronte della prevenzione, la Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano dal 2019 ha in essere una serie di 13 progetti per un ammontare complessivo di 953mila euro, nell’ambito della progettualità Parchi per il Clima e Unesco per il Clima. Tra questi interventi di potenziamento del sistema antincendio boschivo (come a Castelnovo Monti dove nel 2022 un incendio interessò anche la monumentale Pietra di Bismantova). Nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sono 8 le progettualità antincendio avviate grazie al Piano di sviluppo rurale da poco concluso a Ventasso e Corniglio per in complesso di 149-000 euro di  interventi.

“Nelle diverse progettualità in atto – dettaglia Willy Reggioni, agronomo forestale del Parco nazionale e responsabile del Servizio Conservazione natura del Parco - per prevenire e contrastare gli incendi boschivi, è importante adottare una serie di misure proattive e coordinate in diverse direzioni  Rientrano tra queste gli interventi di prevenzione le opere di realizzazione di viali tagliafuoco, la rimozione di materiale combustibile e il controllo delle attività umane con il limitare attività come il fuoco libero e l'uso di bracieri in aree a rischio. Occorrono quindi azioni di monitoraggio e sorveglianza, con sistemi di rilevamento precoce: Utilizzo di telecamere termiche e droni per monitorare le aree a rischio, ma anche con l’utilizzo di bollettini di previsione incendi e la pubblicazione di informazioni sul rischio di incendi per consentire una risposta tempestiva”.

Per Reggioni è strategico il tema della “formazione e preparazione con addestramento per vigili del fuoco e volontari e anche con simulazioni di incendi per adeguate esercitazioni pratiche per migliorare la prontezza operativa”. 

“È sempre importantissima – conclude Reggioni – una risposta rapida. Con un coordinamento delle forze di emergenza e un intervento tempestivo con i diversi mezzi aerei e terrestri si possono fermare gli incendi a poche ore dall’innesco”.

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

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Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
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