Appennino Regno della Biosfera - Viaggio nella natura tra Emilia e Toscana
( Sassalbo, 31 Gennaio 2022 )Da oggi La Guida sarà disponibile in edicola (12,00 euro più il prezzo del quotidiano) e subito dopo in libreria e online su Amazon e Ibs.vRiportiamo qui di seguito la prefazione alla guida a cura di Fausto Giovanelli, Coordinatore della Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano:
Tra le antiche consolari romane via Emilia e via Aurelia, tra la Pianura Padana e il mar Tirreno c’è un territorio profondamente italiano.
Una terra di mezzo con un’incredibile concentrazione di eccellenze, paesaggio, economia, beni culturali, ambiente. Una città della natura e della storia.
Qui geosfera, biosfera e antroposfera, storia umana e storia naturale, in altre parole la vita e le stagioni, interagiscono profondamente da millenni. Conoscere davvero questo territorio, guardarlo, capirlo e apprezzarlo, richiede, come avviene per un’opera d’arte, uno sforzo di conoscenza. A questo è in primo luogo rivolta questa guida.
Qui un parco nazionale, sei parchi regionali e riserve naturali vivono accanto a centri e brand di livello mondiale dell’industria e dell’agricoltura. Boschi, laghi e montagne sono intermezzo di una città di villaggi, fatta di insediamenti antichissimi e moderni, di abbandono e trasformazioni, di innovazioni e di vestigia di un passato intensamente vissuto.
Qui, tra Emilia e Toscana, l’Appennino si innalza come una quinta sui paesaggi e scandisce un confine climatico e anche di parlate di cucine e tempi del vivere civile, condiziona lo svilupparsi di storie, diverse; separa e al tempo stesso connette la Penisola con il Continente e l’Europa con il Mediterraneo. Il crinale che viaggia sui 2000 metri è attraversato dalle correnti calde che vengono dall’Africa ed è battuto a nord da venti di tramontana. Al culmine delle valli longitudinali vi sono valichi più bassi e comodi, che ne fanno terre di attraversamento, di confine, di dogana e di frontiera, ma fortemente connesse tra i due versanti, entrambi da secoli abitati.
La grande Roma di Emilio Lepido con un triangolo di strade militari (Parma- Lucca, Parma- Luni e Luni - Lucca) ne organizzò il controllo e favorì la colonizzazione nella mescolanza tra legionari e popolazione ligure.
Da allora invasioni barbariche, Longobardi e Bizantini, presîdi e cammini della fede, la Francigena, la Matildica, la Via del Volto Santo sono solo le più note, poi imperatori e signori medievali come gli Attònidi e i Canossa, gli Obertenghi e gli Estensi, i Medici e i Malaspina e successivamente i ducati dell’era moderna hanno lasciato sedimentazioni e architetture, hanno stratificato civilizzazioni successive e lasciato segni che, a saperli leggere, si trovano ovunque.
Nel secolo scorso le dinamiche intense dello sviluppo dei distretti industriali dell’Emilia e dell’urbanizzazione costiera in Toscana hanno impoverito di presenza umana le parti più alte, ma nell’ insieme è rimasto e rimane un territorio grande, non solo in senso geografico, ma per le qualità e le eccellenze in esso depositati; un territorio insediato e abitato, conservato o trasformato ai ritmi e in relazione con la natura, coi tempi delle stagioni, col cambiare del bosco, dei pascoli e delle foraggere e della vita concreta delle persone e delle comunità. Ci sono i marmi di Luni e le ceramiche di Sassuolo,i sapori della Garfagnana e la gastronomia creativa di Parma, le statue stele di Pontremoli e l’eccellenza educativa di Reggio Emilia E in mezzo non ci sono vuoti. C’è un caleidoscopio di vallate fatte di sistemi naturali e insediamenti abitati, un mosaico di paesaggi naturali o disegnati da attività umane . C ‘è una costellazione di piccole città direzionali, di centri minori, di borghi antichi alcuni trasformati o altri ai limiti dell’abbandono, di siti archeologici e geositi di grande interesse scientifico, di torrenti dalla portata ora modesta, ora travolgente, di laghi di origine glaciale, di montagne come il Cimone e la dantesca Pietra di Bismantova, in genere verdi d’estate e bianche d’inverno, soprattutto sul versante nord. Ci sono produzioni famose nel mondo, come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma e l’aceto balsamico e altre meno note ma non meno preziose come i mieli, gli oli e il farro di Lunigiana e Garfagnana, e ancora – alle quote più basse – vigneti e vini di Lambrusco e Vermentino. Ci sono pievi romaniche, castelli medievali, sentieri antichi e moderni come il Sentiero Italia del CAI, centri scolastici e di ricerca sul clima come quello del CNR - Cimone, impianti idroelettrici e parti di distretti industriali e agro industriali avanzati, con nomi come Barilla, Mutti Max Mara, Kerakoll, Ferrari. L’economia è comunque segnata da una miriade di microimprese e da una diffusa rete di servizi.
Uomo e Biosfera sono le parole chiave del riconoscimento rilasciato dall’UNESCO a questo ampio territorio. Sono le parole più semplici per definirne l’anima, oltre che l’unitarietà e la ricchezza. Ma sono anche le parole chiave per interpretarne le sfide dell’oggi. Davvero si tratta di sfide perché il binomio Uomo e Biosfera, apparentemente molto semplice, esprime con la sua “e” un rebus assolutamente complesso e di soluzione incerta. Non abbiamo la certezza che l’umanità e la biosfera potranno convivere per sempre.
Il riconoscimento UNESCO MAB a questo territorio rappresenta sì un fiore all’occhiello, ma soprattutto un impegno per riconquistare continuamente e rendere più forte anche un equilibrio che non è garantito per sempre. Il recente allargamento della Riserva di Biosfera a un perimetro che sfiora i 500.000 ettari, e comprende 80 comuni, montani collinari e urbani, rappresenta una più compiuta coerenza storica e geografica ma soprattutto un rafforzamento di alleanze, collaborazioni e massa critica per mettere in campo azioni efficaci. Rappresenta l’estensione a un numero più alto di giovani, di scuole, di imprese, di associazioni e comunità di un patto per lo sviluppo sostenibile nel quadro di una rete mondiale.
C’è un miliardo di alberi tra Emilia e Toscana, una piccola “nostra Amazzonia”, il 51% dell’area della Riserva di Biosfera è coperta da boschi. E’ un prezioso scrigno di biodiversità, una macchina naturale intelligente, capace di catturare e trattenere grandi quantità di anidride carbonica, rilasciare ossigeno, mitigare il clima, controllare il flusso delle acque. E’ esposta oggi alle minacce del riscaldamento dell’atmosfera che tende addirittura a spostare alle Alpi il confine climatico euro- mediterraneo. Questa foresta è uno spettacolo da contemplare nell’autunno ma è anche un tema di impegno. Bisogna investire per renderla più resistente e resiliente, e ancor più potente nello svolgere i suoi fondamentali servizi ecosistemici di cui sono beneficiarie soprattutto le comunità urbane e periurbane della pedecollina e della costa.
C’è un vasto territorio agricolo, fatto di foraggere e altre coltivazioni di qualità, che supportano produzioni riconosciute, D.O.P. o tradizionali, ma anche grandi produzioni agroalimentari. E’ possibile rendere anche questi terreni agricoli, pascoli, foraggere e coltivazioni specializzate più capaci di accumulare e trattenere sostanza organica e cioè anidride carbonica, e a valle della produzione di rendere più sostenibili le filiere di trasformazione e di consumo.
I beni culturali, i cammini storico – religiosi, i siti archeologici, i geositi devono attrarre turismi colti, lenti e responsabili. Le scuole, i centri di ricerca, le collaborazioni attive con le università devono servire per la migliore formazione di un capitale umano dell’Appennino, nell’Appennino e per l’Appennino, e far crescere anche qui una società dell’apprendimento in grado di interpretare e mettere a valore un grande capitale naturale. C’è un senso di comunità che ha antiche radici, resiste in vecchie forme di proprietà collettiva e nuove crescenti cooperative di comunità su cui investire.
Il 15 settembre 2021, 6 anni dopo che un nucleo più ristretto di quest’area aveva avuto un riconoscimento UNESCO, i nuovi confini consentono di leggere meglio le profonde interazioni che attraverso le valli si realizzano tra aree urbane e aree rurali e montane. Consentono di mettere a fuoco i reciproci bisogni e servizi, quelli ecosistemici e quelli di connessione economica e culturale, che integrano uno sviluppo localmente sostenibile, responsabile e mirato ai 17 obiettivi ONU per il 2030. Anche a questa missione, fondata su conoscenza e senso di appartenenza, è dedicata questa guida che vuole rivolgersi ai visitatori, agli abitanti e a tutti voi potenziali attori e protagonisti.
“Tu sei la Riserva della Biosfera!”