“Il mio compito è stato sicuramente agevolato dal forte legame esistente tra questi cittadini, che per svariati motivi hanno dovuto emigrare, l’abitato di Miscoso e l’alta val d’Enza”. Sono le parole di Rachele Grassi, responsabile per l’area reggiana del progetto Parco nel Mondo, nell’annunciare che, nella giornata di domenica 16 agosto, verranno consegnate a Miscoso altri sei attestati di “Cittadinanza Affettiva del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano”dal Presidente Fausto
Giovanelli e dal Sindaco Martino Dolci.
Tra coloro che riceveranno questo attestato c’è anche Bruno Biggi, classe 1922, partito per la Campagna d’Africa fatto prigioniero dagli americani e per quattro anni di prigionia passati negli Stati Uniti, non ha potuto dare notizie di sé nemmeno alla moglie rimasta a Miscoso ad attenderlo. Ed è
proprio la consorte del signor Bruno, la signora Sterina Biggi, a raccontare quanto sia stato duro iniziare una nuova vita nella città di La Spezia, per chi come lei ed il marito ed i loro tre figlioli, giungevano da realtà così differenti.
Ma questo legame che fa ripercorrere nei momenti di tempo libero le sinuose strade che conducono in Appennino, non hanno incantato solo la generazione emigrante ma anche i loro figli. E’ il caso di Gino Mauro Baruffetti e della consorte Maria Rinaldi che insieme alla figlia Milena fanno parte della
compagine dei nuovi Cittadini Affettivi. E’ dalle loro parole che emerge quanta gioia queste montagne sanno donare e quanto questa natura possa determinare il cammino anche professionale di chi è abituato a trascorrervi diversi mesi d’estate. E’ infatti nata qui la passione per la montagna di Milena Baruffetti, classe 1968, passione che nella vita le ha poi permesso di raggiungere diverse cime alpine oltre i 4000 e la cui laurea in biologia, con specializzazione in biologia animale, la dice lunga sul rapporto con la natura che ha appreso nei periodi di vacanza trascorsi a Storlo e Succiso.
Ed infine c’è anche Erio Biggi, classe 1923, che ha dovuto salutare queste montagne per dare un futuro migliore alla sua famiglia, ma che appena gli è stato possibile ha ristrutturato la vecchia casa in paese dove continua a tornare con la famiglia.
“Parco nel Mondo e i suoi Cittadini Affettivi – spiega Rachele Grassi – sono il vero emblema di una legame che non conosce confini”.