Il Volto Santo: nuova datazione

Confermata l'ipotesi proposta dal libro di Piacentini

( Sassalbo, 20 Giugno 2020 )

“Dio abbia pietà di te e ti benedica. Mostri a te il suo Volto. Rivolga a te il suo sguardo e ti doni la sua Pace”. Queste parole della Bibbia, citate spesso da San Francesco, ci fanno capire quanto, nella tradizione ebraico cristiana, sia importante il volto del Signore.
Proprio per questo il Volto Santo - il crocifisso ligneo custodito nella Cattedrale di Lucca e simbolo della città - è una delle icone più venerate della cristianità, il cui culto nel Medioevo si estese a tutta l’Europa, creando un flusso ininterrotto di pellegrinaggi, lungo la via Francigena.
Oggi, grazie all'Opera del Duomo lucchese che ha affidato all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Chnet - Cultural Heritage Network di Firenze l’analisi diagnostiche del monumentale, sappiamo con certezza che il Volto Santo fu realizzato tra l'VIII e il IX secolo ed è la più antica scultura lignea dell'Occidente.
Gli esami eseguiti per la prima volta con il metodo del carbonio 14 su tre campioni di legno della scultura e su un frammento di tela applicata sulla superficie lignea fin dall’origine, hanno dato un risultato incontrovertibili.
A gioire di questo risultato è sicuramente Giuseppe Piacentini Comandante del Reparto Carabinieri del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano che ha di recente scritto un saggio dal titolo “Il Volto Santo e le sue Vie” edito da Effigi di Grosseto. Nel volume, pubblicato con il contributo della Banca dell’identità e della memoria della Garfagnana e del Parco Nazionale, Piacentini alcune sue considerazioni e con convinzione sostiene ciò che gli studi oggi dimostrano.
“A differenza dell’opinione più consolidata, fin ad oggi, il mio volume sostiene che l’icona non è da collegare temporalmente nel periodo alto medievale o che sia la copia di un crocefisso più antico oggi perduto, ma che sia effettivamente l’originale da collocare nell’VIII secolo, al tempo delle lotte iconoclaste. Sono contentissimo che gli studi recenti, appena pubblicati, abbiano confermato, almeno per la datazione, la mia ipotesi.
Infatti, vari considerazioni di carattere storico, artistico e teologico mi avevano condotto a retrodatata di tre secoli la venerata immagine.”

Il volume realizzato dal Comandante Piacentini è stato realizzato per rafforzare il progetto di valorizzazione delle Vie Storiche del Parco Nazionale. Vie di pellegrinaggio, riconosciute nell’ambito dei Cammini Europei, che interessano l’Appennino. Una attraversa la Lunigiana e la Garfagnana con direzione Lucca. La seconda, detta Matildica, parte da Mantova e attraversando i territori canossiani si ricongiunge alla prima a Castelnovo Garfagnana.

“Il libro - continua Piacentini - illustra la geografia e i reciproci rapporti fra il crocefisso lucchese e altri immagini similari tra crocifissi ‘tunicati’ - dove l’immagine del Cristo è vestita - e l’iconografia che nel tempo si è diffusa sui nostri territori. Segnalo principalmente gli antichissimi volti santi lignei di Rocca Soraggio (Sillano - Gafagnana), Dobbiana (Filattiera - Lunigiana) e Bocca di Magra (provincia della Spezia).” 

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