In questo difficilissimo 25 marzo 2020, viene rinviata ogni celebrazione della giornata nazionale dantesca, “Dantedì”.
Il Parco Nazionale APPENNINO Tosco Emiliano ha sospeso il cantiere per il recupero dell’Eremo di Bismantova e ha procrastinato l’avvio dei lavori del percorso ciclopedonale perimetrale della Pietra. Merita tuttavia di essere rimarcato e ricordato, anche oggi, il potente richiamo letterario di Bismantova nel canto VI del Purgatorio. È lì, nel poema che ha fondato la nostra lingua, che si trova scritto, per la prima volta in italiano, il nome Bismantova. È lì, nella Divina Commedia che il grande sasso di arenaria della Pietra - ora Parco Nazionale - viene associato all’idea del Purgatorio. E’ in preparazione e sarà compiutamente presentato e pubblicato contestualmente all’inaugurazione dell’Eremo, un semplice documento pieghevole rivolto ai futuri visitatori, che riassumerà i tratti essenziali della relazione letteraria e storica tra la Pietra di Bismantova, la sua citazione nel Purgatorio e i viaggi di Dante attraverso l’Appennino, dalla a Lunigiana all’Emilia.Il documento si avvale di note e contributi forniti - tra gli altri- da Clementina Santi e Giuseppe Ligabue.
Se ne anticipa di seguito la parte iniziale.
Dantedì 25 marzo 2020
Vassi in San Leo, discendesi in Noli
montasi su in Bismantova in cacume
con esso i piè; ma qui convien ch'om voli... *
Purg. IV vv 25/27
Dante Alighieri e la Pietra di Bismantova
Questi i versi che hanno unito per sempre Bismantova a Dante e alla Divina Commedia.
Siamo nella seconda cantica, il Purgatorio, e il Poeta per connotare la difficoltà della salita lungo la costa ripida e rocciosa della montagna, cita alcuni luoghi noti per la loro natura impervia e scoscesa: San Leo (nei pressi di San Marino, ai tempi di Dante rupe arida e quasi inabitata), Noli (sulla Riviera Ligure, ai piedi di un monte alto e scosceso, accessibile allora solo per mare) e appunto Bismantova (la montagna di pietra dell’Appennino reggiano “nei pressi di Canossa” come scrivono alcuni commentatori antichi).
E Dante è il primo a menzionarne per iscritto il nome, come lo conosciamo oggi, nella lingua italiana.
Sul piano della poesia – e dell’allegoria - Dante colloca il suo viaggio nell’aldilà all’inizio della primavera, il 25 marzo dell’anno 1300, anno Santo e simbolico del primo grande Giubileo indetto da Bonifacio VIII, che comportava un pellegrinaggio a Roma per ottenere la remissione dei peccati.
Sul piano biografico - e storico – il passaggio di Dante a Bismantova si colloca negli anni che vanno dal 1306, dopo l’esilio da Firenze, al 1315 (quando il Poeta si trovava in Lunigiana, ospite dei Malaspina, o nel Casentino presso i Conti Guidi).