Incontro di studio e dialogo con il territorio
( Sassalbo, 16 Luglio 2018 )L’Appennino emiliano è bello, bello da scoprire e da viverci. Chi scopre l’Appennino emiliano è sorpreso dalla bellezza degli ambienti, chi lo abita è sentimentalmente legato ai suoi spazi. Le stagioni disegnano scenari suggestivi, le attività umane tratteggiano una filigrana del territorio. E la gente emiliana d’Appennino, da secoli, si riconosce in una comunità del cibo che viene da questa terra e che onora il Parmigiano Reggiano come il suo prodotto più significativo.
Il Parmigiano Reggiano è una DOP di straordinaria notorietà e valore commerciale e il suo è un paesaggio disegnato nel tempo dall'uomo, modificato secondo le necessità della meccanizzazione agraria. Questo paesaggio è contraddistinto dalla articolata combinazione fra le connotazioni naturali, i processi agricoli, le dinamiche socio-economiche, gli insediamenti umani e gli effetti delle scelte politico-amministrative.
La media montagna d’Emilia è percepita come un paesaggio negli affetti e nella coscienza delle persone. Ma possiamo propriamente parlare di un paesaggio del parmigiano reggiano? Sono identificabili dei canoni della sua “riconoscibilità”?
Il valore di questo paesaggio ha un significato economico? È un bene considerato da chi abita o opera, progetta o decide nel comprensorio di produzione del parmigiano reggiano? E può avere ricaduta sulla valorizzazione e la commercializzazione del prodotto?
Il paesaggio del Parmigiano Reggiano ha la capacità evocativa e quella organizzativa per sostenere un turismo rurale e sostenibile?
L’Appennino tosco-emiliano è stato riconosciuto dall’Unesco “Riserva della Biosfera”, cioè un’area in cui le attività umane, la storia e l’ambiente naturale convivono in buon equilibrio: l’area del Parmigiano Reggiano è parte di questa realtà.
L’idea MaB sollecita chiunque a prendere in considerazione le conseguenze delle azioni di oggi sul mondo di domani e punta quindi ad aumentare la capacità delle persone di gestire in modo efficiente le risorse naturali per il benessere della popolazione umana e dell’ambiente.
Affinché il paesaggio del Parmigiano Reggiano sia bene riconosciuto e valore sociale è indispensabile che chi vi abita e lavora ne sia consapevole. Oggi non basta una coscienza emotiva e individuale, una memoria devota al tempo storico, l’assiduo ripetersi di abitudini collettive. Occorre che i saperi e le esperienze si incontrino, dialoghino e sviluppino una fusione vitale e coerente, scientificamente informata, capace di riflettersi in scelte e comportamenti ecologicamente ed economicamente compatibili con gli equilibri delicati dei suoli, delle specie viventi e delle forme antropiche. Da questo intreccio di natura e umanità dipendono presente e futuro del paesaggio del Parmigiano Reggiano.
Venerdì 27 luglio 2018, dalle 16,00, si terrà al Castello di Sarzano (Casina) un incontro aperto. L’evento, che anticipa la Fiera del Parmigiano Reggiano, intende orientare lo sguardo collettivo e avviare una riflessione plurale sul concetto di paesaggio in una prospettiva antropologica, economica e sociale. Si proverà a pensare il paesaggio come territorio di una comunità, spazio del vissuto, di relazioni, di economia, commercio e sviluppo: una realtà polisemica da fare oggetto di differenti intersezioni disciplinari e prospettiche.
Si tratterà di una mezza giornata seminariale, di confronto fra il mondo accademico e i soggetti che vivono sul territorio. All’incontro sono invitati a partecipare attori delle istituzioni locali, docenti di ogni ordine di scuola, il Consorzio del parmigiano reggiano, associazioni degli agricoltori, produttori di latte e aziende agricole, ristoratori e gli interlocutori locali come le associazioni di liberi cittadini del territorio (anche studenti e abitanti).
L’iniziativa è promossa dal Parco dell’Appennino Tosco Emiliano insieme all’Unione Montana dell’Appennino reggiano e ai Comuni di Casina, Carpineti e Neviano Arduini, ed è progettata in stretta collaborazione con la Biblioteca Archivio Emilio Sereni - Istituto Alcide Cervi, che da un decennio affronta questi temi con l’obiettivo di promuovere, sul piano culturale e scientifico, la conoscenza del paesaggio agrario.
La partecipazione è aperta a tutti.
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