di Fausto Giovanelli

( Sassalbo, 03 Novembre 2016 )

Siamo vicini al Parco Nazionale dei Monti Sibillini in questo momento. Ci sentiamo proprio lì, sulla frattura che spezza il Monte Bove e nella sede del Parco, dichiarata inagibile. Siamo lì, nei paesi con le persone che rimangono e resistono di notte nelle auto, nelle tende, vicino alle loro stalle o ai piccoli negozi, mentre i più hanno potuto/dovuto andarsene al mare, in albergo,con tristezza​. 

Prendersi cura dell'Appennino oggi è fare i conti con il rischio sismico e con le sue implicazioni attuali e quelle sul futuro. Farli davvero, farli in modo nuovo. Farli oltre la commozione e la solidarietà del momento, con la passione duratura dell'intelligenza,con il riesame critico e costruttivo delle esperienze del passato,con la “ottimistica” consapevolezza della nuova potenza dei mezzi a disposizione oggi, che vanno dalle accresciute conoscenze tecnico – scientifiche, alla possibile “radiografia” dei singoli edifici, alle risorse economiche pubbliche...e private : quelle dei singoli e delle famiglie che - anche se parliamo di crisi dall'alba al tramonto - sono sicuramente 10 volte superiori a quelle di cinquant’anni fa.

Bisogna voltare pagina e si può (leggi tutto)

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Un parco tra Europa e Mediterraneo

L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.

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