di Fausto Giovanelli
( Sassalbo, 03 Novembre 2016 )Siamo vicini al Parco Nazionale dei Monti Sibillini in questo momento. Ci sentiamo proprio lì, sulla frattura che spezza il Monte Bove e nella sede del Parco, dichiarata inagibile. Siamo lì, nei paesi con le persone che rimangono e resistono di notte nelle auto, nelle tende, vicino alle loro stalle o ai piccoli negozi, mentre i più hanno potuto/dovuto andarsene al mare, in albergo,con tristezza.
Prendersi cura dell'Appennino oggi è fare i conti con il rischio sismico e con le sue implicazioni attuali e quelle sul futuro. Farli davvero, farli in modo nuovo. Farli oltre la commozione e la solidarietà del momento, con la passione duratura dell'intelligenza,con il riesame critico e costruttivo delle esperienze del passato,con la “ottimistica” consapevolezza della nuova potenza dei mezzi a disposizione oggi, che vanno dalle accresciute conoscenze tecnico – scientifiche, alla possibile “radiografia” dei singoli edifici, alle risorse economiche pubbliche...e private : quelle dei singoli e delle famiglie che - anche se parliamo di crisi dall'alba al tramonto - sono sicuramente 10 volte superiori a quelle di cinquant’anni fa.
Bisogna voltare pagina e si può (leggi tutto)