Sabato 15 dicembre 2012al Centro Internazionale Loris Malaguzzi, Reggio Emilia duecento persone si sono incontrate per una cena di auguri nel nome del comune affetto per l'Appennino. Il Parco Nazionale ha incontrato i suoi Cittadini Affettivi, ma è più giusto dire che l'Appennino ha incontrato la sua città.
Il Parco Nazionale conta ormai più di quattrocento Cittadini Affettivi, di cui oltre cento abitano a Reggio Emilia anche da più generazioni, ma l'Appennino conta centinaia, anzi migliaia di emigranti che hanno dovuto lasciare i luoghi d'origine ma li portano nel cuore. Emigranti che non diventano mai emigrati perché continuano a tornare a casa. Dietro a ciascuno di loro c'è una storia da raccontare, un'esperienza da condividere, a volte un piccolo successo di vita da riportare fra la gente che li ha visti partire in tempi lontani per bisogno, per solitudine o anche per scelta.
Storie come quelle che abbiamo ascoltato l'altra sera, da Enrico Poncemi o da Carlo Dazzi che ci hanno parlato del loro legame con i borghi d'origine, Roncroffio e Ligonchio, ormai diventati luoghi d'affetto anche per i figli e i figli dei figli.mAnche storie quasi da romanzo come quella che ha visto come protagonisti Armido Malvolti, Albertina Bussi e Graziella Leonardi: l'emigrazione aveva diviso le loro strade e le loro vite quando erano poco più che bambini, ora un romanzo (Il profumo della farina calda) e il progetto “Parco nel Mondo” li hanno fatti ritrovare. Dopo più di cinquant'anni.
Un Appennino di persone che ha voluto dire grazie alla sua città di adozione: Reggio, che è "città delle persone"; e tutti, gli uni e gli altri, hanno detto grazie al progetto “Parco nel Mondo”, che li ha cercati, chiamati e fatti incontrare. E che ha promesso di farlo ancora.
Due Cittadine Affettive d'eccezione hanno reso omaggio a questa serata: Emanuela Caselli, Presidente del Consiglio Comunale di Reggio e Carla Rinaldi, quasi padrona di casa di questo luogo, il Centro Loris Malaguzzi, che interpreta anche simbolicamente il legame tra Reggio e l'Appennino, per merito dei due atelier della luce, dell'acqua e delle energie che legano, nel nome dei "Cento linguaggi dei bimbi" la città di Reggio e la centrale di Ligonchio.
Il resto, lo ha fatto il menù, un po'montanaro e un po' natalizio, in parte tosco e in parte emiliano, espressione delle tipicità del Parco Nazionale. Per coniugare questo straordinario insieme, il Progetto “Parco nel Mondo”, in collaborazione con i produttori ed operatori economici del Club Parco Appennino, la Strade dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa e la Strada del Vino dei Colli di Candia e Lunigiana, hanno con l’occasione promosso i prodotti tipici appartenenti ai paesaggi agro-alimentari dei due versanti, rivolta alla comunità di emigrati dall’Appennino Tosco-Emiliano, agli operatori locali e portatori di interessi nell’ambito della promozione in tale settore. Un menù ispirato alle diverse tradizioni culinarie dei due versanti che, nel corso della serata è stato accompagnato dalla presentazione di vini di alcuni dei migliori produttori emiliani e toscani locali. Una cena sobria ma che "sapeva di buono": una polenta stiada per ritrovare il senso della coralità, prodotti emiliani accostati a quelli di Lunigiana e Garfagnana, il piacere di mangiare insieme attorno al tagliere; e ancora le parole, le musiche e i canti di Anima Montanara, fra la "montanaritudine" dei ricordi e la "montanarita'" di oggi: che vuol dire orgoglio di appartenenza e sguardo fiero rivolto al futuro.